martedì 6 novembre 2012

Ho litigato con il disegno in 300 parole


Ho litigato con il disegno.
E’ una cosa che succede spesso, quasi periodicamente.
Ci sono quei momenti in cui mi accusa di non dedicargli abbastanza tempo, che non penso abbastanza a lui, allora litighiamo. Io cerco di spiegargli che non lo faccio apposta, che sono troppo presa dal lavoro, o magari da altro. Che nella vita non esistiamo solo io e lui, ma che ci sono tante altre cose importanti.
E allora lui si offende, e per tanto tempo non ci parliamo.
Magari ogni tanto ci incontriamo, a casa di qualche amico comune. Ci salutiamo appena.
Poi ci sono quei giorni in cui torno a casa e sento la sua mancanza.
Sento il vuoto creato dalla sua assenza, e mi chiedo per l’ennesima volta cosa ci ha fatti allontanare.
Allora provo a chiamarlo, magari gli lascio un messaggio in segreteria, a cui lui il più delle volte non risponde.
Però, delle volte, anche io manco a lui, e mi viene a cercare.
Magari mi invita ad una sua mostra, o mi chiama dalle stanze di un fumetto bellissimo.
E io, se pur nel profondo voglia tenere alto il mio orgoglio, finisco inesorabilmente per cedere alle sue avances. E ritorno da lui.
Nonostante sappia che non sono la sua sola amante, ci ricasco come una pera cotta.
So che ha davvero tantissimi amanti, con cui forse si diverte di più, e che gli dedicano molto più il tempo che si merita.
Io, dal canto mio, non posso smettere di amarlo, nonostante tutto.
E continueremo a prenderci e a lasciarci, fino a che non saremo vecchi, e capiremo che, infondo, stare insieme non dovrebbe essere un peso, ma solo un piacere.
E ci lasceremo andare a profonde, ma fugaci passioni.
Finche ci renderemo conto che l’uno completa l’altra.
Ed entrambi saremo felici.

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